Vincolo sul secondo anello: la ricostruzione storica con immagini e video.
Quando scatterà il vincolo sul secondo anello di San Siro? Ecco le prove fotografiche e video.
“Questo nuovo stadio a San Siro non s’ha da fare”. Non parliamo dei Promessi Sposi ma del Promesso Stadio, nella specie del nuovo impianto che Milan e Inter vorrebbero costruire al posto della Scala del Calcio.
Lo scrivente da molti anni segue questa vicenda, approfondendo ogni aspetto di natura legale e finanziaria. L’articolo odierno si occuperà di ricostruire la verità storica sul secondo anello di San Siro, col supporto di immagini e video di repertorio.
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Il parere dell’Agenzia delle Entrate.
Milan e Inter vorrebbero acquistare lo storico impianto perché, così come già anticipavo due anni fa (Link, seconda soluzione), “per sottrarlo alla disciplina vincolistica di cui discutiamo, ossia quella degli enti pubblici e in particolare quella sancita dall’art. 12 del Codice dei Beni Culturali, sarebbe sufficiente vendere lo stadio ai club. In quel modo l’impianto diventerebbe bene privato e sarebbe sottratto al regime vincolistico di cui all’art. 12 (che richiama solo l’art. 10 comma 1 che fa espresso riferimento ai beni pubblici), rientrando soltanto nel regime vincolistico di cui all’art. 10 comma 3, cioè quello dei privati, già però escluso dalla Soprintendenza che (escludendo i vincoli ai sensi degli articoli 10, 12 e 13 del Codice) non ha ritenuto in capo a San Siro una valenza “per riferimento” e “per testimonianza identitaria”.
Siamo arrivati a questa soluzione dopo due anni dal mio articolo, ma il problema adesso sembra essere un altro: la data esatta in cui scatta il vincolo.
La questione non è secondaria perché sia il Comune di Milano che i club stanno seguendo un iter che si basa sul parere reso dall’Agenzia delle Entrate in cui viene chiaramente affermato che il vincolo scatta non prima del mese di novembre 2025 (conclusione dei lavori sul secondo anello).

Nella delibera di Giunta con la quale il Comune di Milano ha indicato quelle che sono le linee di indirizzo conseguenti alla proposta di acquisto dei due club, è emersa anche la data esatta: 10 novembre 2025: "L’eventuale provvedimento istitutivo del vincolo, infatti, potrà essere emesso solo quando maturerà il requisito legale di vetustà di settant’anni richiesto dagli artt. 10 e 13 del D. Lgs. 42/04 e comunque non prima del 10.11.2025. Con nota del 20 giugno 2024, il RUP ha comunicato tale sentenza alle Società".
Per questo motivo l’intendimento dei club è di rogitare entro quella data, con l’obiettivo dichiarato di farlo possibilmente entro fine luglio 2025, dopo che il Comune di Milano avrà ribadito il pubblico interesse.
Il parere del Comitato Sì Meazza.
Ma siccome il Diavolo si nasconde nei dettagli (e chi scrive ne è cosciente avendo pubblicato due volumi con questo titolo), nelle ultime ore è emersa una nuova contestazione da parte di chi è contrario alla realizzazione del nuovo impianto a San Siro, che comporterà la quasi totale demolizione della Scala del Calcio.
Il Comitato Sì Meazza, per bocca di Luigi Corbani, all’interno di un esposto depositato presso la Corte dei Conti (col quale si paventa un possibile danno erariale), tra le altre cose solleva una eccezione di non poco conto: secondo il Comitato lo stadio "è inalienabile poiché è una opera di proprietà pubblica, di un autore non vivente, a settanta anni dall'esecuzione. Lo stadio 'Meazza' da gennaio 2025 è già sotto il vincolo ed è tutelato, e quindi non si può demolire".
L’assoluta novità consiste nel considerare lo stadio già gravato da vincolo. Da qui la domanda: quando sono conclusi i lavori del secondo anello?
La problematica non è irrilevante perché, in base a questo, dipenderà la possibilità di proseguire l’iter a San Siro e, quindi, soddisfare due presupposti: prelazione legale e demolizione.
La prelazione legale del Ministero dei Beni Culturali (oggi Ministero della Cultura) è un diritto previsto dal Codice dei beni culturali e del paesaggio (D.lgs. 42/2004, artt. 59-61) che consente allo Stato di acquisire beni culturali vincolati (es. opere d’arte, immobili storici) in caso di alienazione a titolo oneroso (vendita, permuta, ecc.).
Queste le caratteristiche principali:
Oggetto: Beni immobili o mobili soggetti a vincolo culturale, notificati come tali.
Procedura: Il proprietario deve denunciare l’alienazione al Ministero entro 30 giorni. Il Ministero ha 60 giorni per esercitare la prelazione, acquistando il bene al prezzo concordato nella vendita.
Finalità: Tutelare il patrimonio culturale, mantenendo i beni di interesse pubblico nel demanio statale o in enti pubblici.
Eccezioni: La prelazione non si applica a donazioni, eredità o trasferimenti non onerosi, salvo casi specifici.
Il diritto di prelazione garantisce la conservazione del patrimonio culturale, bilanciando gli interessi pubblici e privati.
Un primo problema, dunque, riguarderebbe il rispetto della prelazione da concedere al Ministero (che al 99,9% non sarà interessato all’acquisto) ma che per legge va garantita. In caso contrario il trasferimento può essere dichiarato nullo.
Il secondo problema riguarda la possibilità di demolire un impianto gravato da vincolo. La Soprintendenza si è già espressa, dichiarando che al settantennio lo stadio sarà gravato da “vincolo semplice”, che però ne impedirà la quasi completa demolizione, requisito invece fondamentale per il business plan di Milan e Inter (e motivo per il quale si sta facendo di tutto per trasferire gli immobili prima dello scoccare del vincolo).
La ricostruzione storica.
Secondo il Comitato Sì Meazza lo stadio sarebbe già gravato da vincolo dal gennaio 1955. Un’altra testimonianza riporta addirittura di gradinate già riempite dal novembre 1954.
Sul punto bisogna precisare che il vincolo scatta a partire dai 70 anni dalla esecuzione dei lavori, seguiti dal collaudo e dalla conseguente agibilità.
Milano Wiki afferma che i lavori sul secondo anello iniziarono il 12 luglio 1954, citando un documento del Comune di Milano. Nella specie iniziarono i lavori di scavo sul nuovo perimetro. Per la costruzione della nuova tribuna furono stanziati 750.000.000 di lire; i lavori furono affidati alla Società Anonima Fondiaria Imprese Edili. A lavori ultimati la capienza salì a 100.000 spettatori, ridotti successivamente a 80.000 posti per motivi di sicurezza, di cui 60.000 circa a sedere.
La domanda a cui bisogna cercare di dare una risposta è questa: da quale momento i tifosi milanesi hanno riempito gli spalti del secondo anello di San Siro?
Siccome lo scrivente non ha accesso agli archivi del Comune di Milano, l’unico modo in cui mi è risultato possibile sopperire a questa lacuna è un sito internet che rappresenta un autentico patrimonio storico milanista: “Maglia Rossonera”.
Consultando le pagine di questo sito è possibile comprendere con sufficiente certezza in quale momento erano in corso i lavori a San Siro ed a partire da quale momento gli spalti sul secondo anello erano pieni di tifosi rossoneri.
Benché lo stesso sito affermi che “Nel 1954 iniziarono i lavori del secondo ampliamento, ultimati dodici mesi più tardi con l´inaugurazione del 26 ottobre ´55”, vi è differenza tra inaugurazione e completamento dei lavori. Potrebbe essere possibile, infatti, che i lavori fossero stati ultimati ben prima della fine di ottobre 1955 ma che, per motivi organizzativi, l’inaugurazione fosse stata spostata qualche mese più tardi.
Un primo elemento probatorio sulla presenza del secondo anello lo riscontriamo già verso la fine 1954: Milan Lazio 3-0 disputatasi il 26 dicembre 1954. Circa cinque mesi dopo l’avvio dei lavori. All’epoca era già stato edificato un pezzo del secondo anello, con pochi spettatori sulle nuove gradinate.
Un secondo elemento probatorio lo possiamo riscontrare osservando le immagini di repertorio del derby Inter Milan disputatosi il 3 aprile 1955, finito in pareggio.
Come leggiamo dalla didascalia della Gazzetta dello Sport dell’epoca, che mostra l’immagine del rigore fallito da Nordhal, “si nota la fase di notevole avanzamento dei lavori d’ampliamento dello stadio”. Badate bene alle parole: notevole fase di avanzamento. Insomma, i lavori erano già stati avviati da parecchio tempo.
Un secondo elemento probatorio lo riscontriamo nella partita disputata tra Milan e Juventus, 3-1 per i rossoneri, 15 maggio 1955.
Dalle immagini di repertorio possiamo notare come nel secondo anello fossero già presenti diversi spettatori. La capienza non è completa, probabilmente perché i lavori ancora non erano stati conclusi in ogni zona.
Il 12 giugno 1955, Milan Spal 6-0, notiamo delle gru e una parte di secondo anello ancora da completare. Forse l’ultima?
Arriviamo alla partita Milan Honved, 3-2 per i rossoneri, amichevole disputata il 29 giugno 1955. I lavori sembrano quasi completati. Vediamo molte zone del secondo anello praticamente complete e una piccola parte ancora da concludere.
Qui la piccola parte che deve ancora essere completata:
Video di repertorio che ricorda quella partita:
Sulla base di queste immagini possiamo ritenere che gli spalti del secondo anello si iniziarono a riempire dalla fine del 1954 e gli spettatori aumentarono di numero con il passare dei mesi, così come abbiamo riscontrato nel maggio 1955 e successivamente verso la fine del mese di giugno 1955, quando i lavori furono quasi conclusi.
Nella successiva stagione 1955/56, la prima partita disputata in casa fu Milan Dynamo Mosca, amichevole conclusa 1-4 per i russi e tenutasi il 4 settembre 1955, nella quale notiamo uno stadio gremito di tifosi rossoneri.
Dal resoconto fotografico e video possiamo ritenere che in quella data i lavori fossero pressocché conclusi quasi in ogni zona:
Il video dell’Istituto Luce è ancora più esplicito: “90.000 spettatori tengono a battesimo il grandioso stadio di San Siro a Milano in occasione della prima partita disputata in Italia da una squadra Russa”.
Qui si afferma che un piccolo pezzo di curva era ancora vuoto:
Viene menzionata l’imponenza del nuovo impianto, definito “americano”, e un deflusso disastroso:
“I milanesi hanno fatto conoscenza, ieri, col loro nuovo grande stadio, il nuovo grande stadio capace di novanta-centomila persone. Già nel primi mesi dell'anno, gli assidui di quelle straordinarie <<kermesses>> che sono le partite di calcio, avevano potuto vedere le vecchie gradinate allungarsi, salire: lo stadio cresceva. Ieri, lo sterminato catino è però apparso, salvo il buco ancora vuoto d'una curva, in tutta la sua imponenza. Si deve dire subito che lo stadio è senz'altro bello, funzionale, comodo. Si poteva avere dei dubbi sulla visibilità dai punti più elevati degli spalti, ma anche questi, nella prova dei fatti, sono scomparsi: la visibilità è perfetta. S'è visto anche che lo " svuotamento " è rapido e tranquillo; in pochi minuti la folla ha potuto lasciare le gradinate, senza spinte, senza fermate forzose, senza ingorghi. Milano ha dunque il teatro sportivo che meritava.
Ed era bello, d'un gusto spiccatamente moderno, americano quasi, anche lo spettacolo delle automobili, delle motociclette, di tutti i mezzi di trasporto che s'offriva alla vista fuori dello stadio. Certo, pensando al dopo , cioè al deflusso, faceva impressione lo schieramento di tutte quelle macchine, ma esse erano talmente ben ordinate, bene schierate, che si poteva avere la legittima speranza di assistere ad una manovra relativamente veloce di tutte quelle migliaia di mezzi motorizzati verso i vari quartieri della città. All'atto pratico, il deflusso è stato un disastro. La folla presente ieri an Siro era cosi composta: 61.403 spettatori paganti ordinari; ottomila abbonati; cinquemila fra incaricati del servizio d'ordine (forze di polizia comprese) e beneficiari di biglietti omaggio. Con l'aggiunta degli inevitabili infiltrati di straforo, si può dire che allo stadio c'erano complessivamente ottantamila persone, dieci-ventimila meno troppo della punta massima raggiungibile in futuro. Questa massa di gente è tornata a casa con estrema lentezza (...). L'avvenimento sportivo di ieri è comunque servito a mettere a fuoco il problema, con quindici giorni d'anticipo sull'inizio del campionato”.
Nella successiva partita dell’11 settembre 1955, in un derby amichevole finito 6-4 per il Milan, si annunciava quanto segue:
(COMMENTO ALLA PARTITA tratto da "Milan-Inter, storia e gloria del derby di Milano", 1998 - Enrico Tosi)
11.09.1955 - MILAN vs INTERNAZIONALE 6-4
Passerella amichevole per il ristrutturato stadio di S. Siro. Il secondo anello è stato completato. 30.000 spettatori per un derby senza punti in palio. Iniziativa dei nerazzurri che chiudono in vantaggio 2-1 la prima metà della gara. Meglio il Milan nella ripresa. Difese molto allegre. Siamo in periodo di prove pre-campionato. Globalmente più organici i rossoneri in una partita senza veleno.
Conclusione
Il vincolo di 70 anni, previsto dall'art. 12 del Codice dei beni culturali e del paesaggio (D.lgs. 42/2004), che stabilisce la presunzione di interesse culturale per gli immobili pubblici, scatta dalla data di completamento dell'opera e non dall'inizio della costruzione.
In base al suindicato riepilogo storico, possiamo ritenere che l’opera “secondo anello” nel suo complesso sia stata conclusa di fatto verso la metà del settembre 1955, ma il secondo anello è stato iniziato ad essere utilizzato “a scaglioni” fin dalla fine del 1954 e, a seguire, fino alla conclusione della stagione 1954/1955, ossia maggio/giugno 1955. Il repertorio fotografico e video è chiaro.
A questo punto la successiva domanda a cui dovranno rispondere le autorità giudiziarie potrebbe essere questa: possiamo ritenere che il vincolo si sia già formato sulle parti del secondo anello che furono dichiarate agibili ben prima del suo definitivo completamento? Ossia fin dalla fine del 1954 e, quindi, anche nei mesi successivi fino al maggio e giugno 1955? A partire da quale momento l’opera secondo anello può ritenersi eseguita e, quindi, connotata da quegli elementi che contraddistinguevano il progetto esecutivo?
E ancora, pur volendo considerare il completamento dell’opera nella sua integrità, come abbiamo potuto osservare esistono documenti di repertorio che, sulla base dello stato di fatto dell’epoca e degli eventi accaduti in quei giorni, affermavano il completamento dei lavori fin dall’11 settembre 1955.
Ma quindi per quale motivo il Comune di Milano ha menzionato la data del 10 novembre 1955? Questo non possiamo saperlo. Probabilmente esistono dei documenti urbanistici che indicano la data di novembre. Tuttavia, il suindicato repertorio fotografico e video va in un’altra direzione e anticipa i tempi di almeno due mesi.
Per questa ragione, ossia per l’estrema incertezza circa la data di completamento dell’opera nel suo complesso, sarebbe molto rischioso e imprudente firmare l’atto di compravendita nei mesi di settembre/ottobre, cioè a ridosso del 10 novembre.
Questo, peraltro, spiegherebbe per quale motivo i club hanno indicato la data del 31 luglio come termine ultimo per la compravendita… infatti, qualora si superasse questo limite, nel mese di agosto le attività comunali sarebbero sospese e da settembre si entrerebbe in una zona ad altissimo rischio di eccezioni o bocciature da parte delle autorità preposte a esaminare le contestazioni di natura legale.
Tre mesi a partire da oggi: si riuscirà a celebrare questo matrimonio entro 90 giorni?